mercoledì 8 marzo 2017
Beretta M9 "Dolphin"
Con la prossima scheda ci addentriamo nel regno del “probabilmente”, perché trattiamo un argomento con informazioni difficili da reperire, e quelle che si trovano a volte sono pure contradditorie. Ma il bello della fiction ucronica, parlando in linea generale, è proprio il poter riempire i buchi vuoti della Storia con elementi “possibili” o “sorprendenti”.
Storia: a partire dalla seconda metà degli anni ’80, le FFAA USA hanno cominciato a sostituire tutte le Colt M1911A1 in servizio con la Beretta 92 in versione M9, decisione che aveva fatto storcere parecchi nasi.
Oltre all’essere passati dalla storica cartuccia .45 ACP al 9mm NATO, le nuove M9 erano state criticate per caricatori non sufficientemente affidabili (prodotti da subappaltatori) e carrelli troppo fragili rispetto allo stress operativo a cui erano sottoposti.
Avevano scontentato in particolare i Navy SEALs, che oltretutto avevano bisogno di un’arma in grado di superare il test “Over The Beach” ed essere in grado di sopportare munizioni sovraccaricate rispetto alle 9mm standard; ma la ditta privata Phrobis era venuta loro incontro realizzando un upgrade kit non ufficiale. Queste M9 modificate si distinguevano in particolare per il nuovo carrello, più robusto dell’originale, chiuso e dotato di ejection port, invece del tradizionale carrello a canna scoperta della M9 standard.
Le Beretta con carrello Phrobis erano state soprannominate non ufficialmente M9 Dolphin, e non ne erano stati realizzati molti esemplari, anche perché, poco tempo dopo la messa in campo della Dolphin, i SEALs avevano iniziato a impiegare sempre di più la SIG P226 e la sua versione a loro dedicata, denominata Mk24; ma si sa che almeno per un certo periodo il leggendario comandante Rick Marcinko ha avuto in dotazione una M9 Dolphin.
Piccola parentesi, Marcinko era un famoso seppur controverso ufficiale di Marina, che nel corso della sua carriera è stato il primo comandante del DEVGRU (ex SEAL TEAM SIX, la componente US Navy del prestigioso JSOC) e il fondatore di Red Cell, una peculiare unità speciale incaricata di simulare “assalti” alle infrastrutture cardine americane allo scopo di individuarne i punti deboli.
All’interno della nostra storia, il SEAL disertore Alex “Snow” Hunt decide di impiegare una M9 Dolphin come arma da cintura personale, dopo averle apportato ulteriori modifiche.
Esteticamente passa a una coppia di guancette di vero avorio in luogo di quelle normali in gomma, e mirini notturni al trizio, mentre a livello meccanico la trasformazione è ancora più radicale: eliminazione della sicura manuale sul carrello e trasformazione dello scatto in una Doppia Azione pura, accompagnata da un grilletto alleggerito. Soluzione analoga alla Beretta 92D, che nasce come Doppia Azione pura direttamente dalla fabbrica.
Alcuni dicono si tratti proprio della vecchia pistola di Marcinko, ma non esistono conferme definitive.
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